Sono sempre stato convinto che le cose belle vanno cercate e bisogna saperle cercare, per essere trovate richiedono un po’ di impegno, e questo vale anche per la musica, la gente oramai è convinta che solo quella famosa sia musica bella. Poi qualche volta hai la fortuna di scoprire dei veri tesori musicali a due passi da casa tua. Con la musica di Paola Rossato è stato amore al primo ascolto. Quando ho saputo che l’amico Sergio Giangaspero ha iniziato a collaborare con una cantautrice goriziana, siccome so che Sergio
la sua compagnia musicale non la sceglie a caso, mi sono precipitato ad ascoltare alcune canzoni, ed erano subito emozioni. Poi approfondisci e scopri che dietro a quella bella musica e la bellissima voce ci sono dei bei testi, e tanto, ma veramente tanto talento.
Ho avuto la fortuna di conoscerla di persona giovedì scorso ad un concerto presso il Wine bar L’Etrusco a Trieste. Occhi svegli, battuta sempre pronta e tanta passione, tanta determinazione, dietro a quelle canzoni non ci poteva che essere una bellissima persona che cerca sempre di dare il meglio di se stessa.
Ma parliamo della musica, il duo con Sergio Giangaspero, un chitarrista di talento che a Trieste per gli addetti ai lavori non ha bisogno di presentazioni, è a mio avviso molto riuscito. Il bellissimo suono di chitarre, senza inutili fronzoli, da il giusto risalto alla voce, e perfino i cori, con Sergio che la accompagna alla voce, sono molto riusciti.
Da una canzone all’altra è una successione di brividi, sono canzoni in gran parte autobiografiche, istantanee di vita vissuta in cui però non è difficile riconoscersi.
Si parla del vuoto generato dall’incomunicabilità tra le persone che caratterizza la nostra società nella canzone Io e la collina, della spudorata commercializzazione della bellezza nella figura di una rosa con il codice a barre che scorre sul nastro della cassa al supermercato, in “Ballata piccola” si parla della gioia di ritrovare le piccole cose della vita, diverse da quelle che ci propone la società e le mode, che spesso sono le uniche che contano veramente. Ci sono attimi di rabbia e di sconcerto, di dolore generato dai falsi sentimenti di “E’ ancora casa”, e si fa sempre ironia sulla falsità dei comportamenti nella società moderna che si dimostra sempre più finta. Nella melodia delle sue canzoni si ritrova tanta gioia di vivere, traspare un profondo amore per la musica, tanta voglia di stare con il pubblico e condividere la propria gioia di cantare, che fa superare tutte le difficoltà.
Il concerto è stato intervallato dall’esibizione di un’altra bravissima artista, Ambra Drius, prima con delle canzoni brasiliane di Caetano Veloso e poi con alcune composizioni proprie, un’altro giovane talento con eccellenti doti vocali che collabora con Sergio Giangaspero.
In altre parole, abbiamo ascoltato musica vera, il tutto si potrebbe riassumere con una sola parola, come ha fatto la signora che gestisce l’accogliente locale con cucina fiorentina in città vecchia a Trieste che ha ospitato il concerto: “Wow”!!!